martedì 26 luglio 2016

“LE BOLLE DI SAPONE DELLA LEGALITÀ”


Testo integrale, sbobinato dalla registrazione, e poi riveduto e corretto della Conferenza tenuta da Gennaro Iannarone in Carife (Av) il 4 giugno 2012 presso l’Ist. Compr. (Preside Valentino Stanco)




Presidente Gennaro Iannarone  Buonasera a tutti. Vedo un elemento eterogeneo, i genitori, che mi creano qualche timore in più, soprattutto per la presenza delle “mamme”, più inclini a seguire il figlio scolaro ed a controllare qualsiasi docente. “Ragazzini seduti in fondo all’aula, lasciate quei posti strategici per poter chiacchierare meglio ed occupate le prime due file che sono libere……ecco, ci siamo capiti…va bene così”. Poiché non è facile dare una definizione della “Legalità”, tentiamo una via nuova e più concreta per farvela capire senza pretendere di definirla. Quando ad Avellino percorro in auto la traversa in cui abito, gli studenti che vanno a prendere il pullman a piazza Kennedy camminano quasi tutti a centro strada. Devo suonare più volte il clacson per giungere al parcheggio e qualche volta sono così duri di orecchi e soprattutto di testa che sono costretto ad aprire il finestrino ed a gridare loro…..”ma ragazzi, c’è il marciapiedi!”
Sorriso degli alunni in sottofondo
Allora, ragazzi, vi interessa più sentire questi episodi che accadono anche nella vostra vita, o sentir parlare di lotta alla camorra, di reati di violenza, di disoccupazione giovanile, e ascoltare le mie risposte su questi argomenti? Son sicuro che a voi, che siete poco più che bambini, questi problemi non interessano affatto. Comunque ditemi: qual è l’articolo della Costituzione della Repubblica Italiana che vi piace di più.
Risposta smozzicata degli alunni
Presidente  Rispondete, non abbiate soggezione, non faccio più il giudice, ma sono soltanto uno che racconta le storielle ai ragazzini per farli divertire…con la legalità. Le mie orecchie hanno colto un numero “3”. Tu in prima fila come ti chiami?
Alunna Filomena.
Presidente  Filomena, leggi questo articolo 3, l’hai pronunciato proprio tu. Su, forza! Filomena Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla Legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua e di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Presidente Va bene. Tu come ti chiami? Alunno Alessio
Presidente  Alessio, avvicinati e leggi l’articolo 34, dove parla della scuola e dei tuoi studi. Alessio I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”.
Presidente Fermati qui. Non vi sembra che ci sia una contraddizione tra i due articoli? Cioè, se tutti sono uguali davanti alla Legge, senza distinzioni, come mai quelli capaci e meritevoli hanno diritto di raggiungere i più alti gradi degli studi mentre gli altri rimangono in basso? Allora non vi sarebbe più uguaglianza fra tutti gli studenti! Che ne pensate? …….vi aiuto a darmi una risposta….badate che nell’art. 3 le parole “capaci e meritevoli “ non ci sono. Proviamo a leggerlo a rovescio: Tutti sono diseguali davanti alla Legge per capacità e merito, ma non per razza, sesso, lingua, religione, idee politiche, condizioni personali e sociali”. Cioè l’art. 3 non dice: “La Legge è uguale per tutti”, che è solo un’espressione altisonante, non è scritta in nessun codice. Non si possono fare discriminazioni per diversità di razza, di sesso, di condizioni personali e sociali ecc., ma per tante altre condizioni e qualità personali le differenze tra le persone ci sono, eccome ci sono! E devono valere! Guai se fossimo tutti uguali! La parola “merito” da qualche tempo la si sente un po’ più spesso, per radio, per televisione, sui giornali. Soprattutto ai genitori dico con tutta lealtà: “Se vogliamo una società migliore, nelle scuole bisogna porre l’accento sul merito, cioè valorizzare gli alunni più bravi, che vanno avanti, mentre i meno bravi restano purtroppo indietro”. E se ci si riesce, saranno migliori anche i professori e quindi sapranno ben distinguere gli allievi più bravi dai meno bravi. Mi scusino i docenti, ma dico questo perché spesso le famose “mamme” di alunni non capaci o non studiosi giustificano i loro figli dicendo che la colpa è dei professori. A parte il merito scolastico, vi è differenza tra un ragazzo più buono e uno meno buono, tra uno più osservante delle regole ed uno ribelle, tra un cittadino virtuoso, onesto, rispettoso degli altri e un altro che non lo è. Insomma questo articolo 3, che vi piace tanto, comincia a piacere di meno se lo si legge con attenzione. Questo è un piccolo incipit, che ho ritenuto utile per abituare i ragazzi a leggere attentamente una norma giuridica, non a recitarla come una preghiera, perché con una maggiore riflessione la norma può rivelare un contenuto di fondo diverso da come appare dalla pura espressione letterale. Abbandoniamo ora la strada dell’astratta legalità ed entriamo nel vostro mondo, cominciando con una domandina: c’è un momento in cui voi state completamente liberi, senza essere soggetti ad una norma o ad una regola? Intervento di Alessio Nel sonno.
Presidente   Va bene, posso accettare la risposta, ma quando vi svegliate la mattina la regola alla quale vi trovate sottoposti c’è o non c’è? Alunno Nelle vacanze non c’è.
Presidente  La tua spontaneità mi fa sorridere,  ho capito bene che la scuola rappresenta per te la regola non gradita. Non parliamo delle vacanze, ho chiesto: “quando vi svegliate la mattina?”. Preside, qui a che ora suona il campanello? Preside Alle otto e venti.
Presidente  Il che significa che per trovarvi puntuali a scuola vi dovete svegliare ed alzare dal letto a che ora? Alunni Alle sette e mezza. Presidente A casa vostra chi vi sveglia, papà o mamma? Alunni Mamma.
Presidente Ma chi è più autoritario quando vi sveglia? Alunni Mamma.
Presidente E nonostante i modi energici di mamma, voi non riuscite a svegliarvi completamente. Vero? Allora, secondo voi, il vostro dovere di alzarvi presto, di vestirvi, di fare colazione, e di andare puntualmente a scuola, è una regola o no? Alunni Sì.
Presidente Allora, appena aprite gli occhi e vi svegliate state già nella Legalità. State in uno dei tanti “Globi della Legalità” e perciò questo metodo per far capire la legalità io uso chiamarlo Il metodo dei Globi”. Ricordate le bolle di sapone che facevate da piccolini. Credo che le facciate ancora adesso? Vi piacciono? Alunni Sì.
Presidente  Ecco, dovete immaginare che i Globi della Legalità sono come delle bolle di sapone, quelle dai bei colori che svaniscono in un attimo. Sono tanto invisibili che, come le bolle di sapone, pur avvolgendo in se stesse ciascuno di voi, sono completamente trasparenti e consentono di guardare la realtà che vi circonda, ma a differenza delle bolle di sapone non si possono né bucare né rompere. Per quanti possiate fare, voi da quelle bolle non potrete mai uscire, ma tutt’al più passare da una bolla ad un’altra se sono intercomunicanti, rimanendo però sempre imprigionati in una bolla. Sono delle maglie che vi ingabbiano, ma se rispettate le regole che sono in esse contenute vivrete civilmente. Anche quando dormi, Alessio, tu ti trovi in una bolla di legalità, poiché – ad esempio – se dormi con tuo fratello in uno stesso letto, non è né giusto né legale che tu invada la parte di letto che spetta a lui occupare. Solo che nel sonno non sei stato consapevole della invasione di campo che hai compiuto con il tuo corpo, te ne sei accorto perché – facciamo il caso – tuo fratello ha protestato. Ma appena ti svegli tu ti accorgi, prima o poi, che sei avvolto da una legalità, cioè da una serie di piccoli doveri, perché in vista della scuola ti devi alzare, vestire, lavare, e fare colazione, per giunta con mamma che ti porta fretta: “Ohe!, scetate, che ‘a scola sona la campanella”..., sarà stato – immagino – il suo squillante saluto mattutino.
Sorriso degli alunni in sottofondo
Ed ora, per vedere se avete capito, voglio sapere: quando state in questa bolla all’interno della quale dovete prepararvi per andare a scuola, come vi viene di chiamarlo “sto pallone”, che, come vi ho spiegato, vi avvolge e vi obbliga ad osservare le regole ? Per non farvi spremere il cervello, vi dico subito: se lo chiamo il “Globo della Famiglia”, sbaglio? Alunni No.
Presidente  Questa situazione, cari ragazzi, è comune agli scolari di ogni parte d’Italia. Ma badate: anche la mia vita si svolge dentro i globi della legalità, cioè dei diritti e dei doveri. Infatti, in questo momento ho il dovere di farvi una lezione e sono quindi soggetto alla legalità della scuola, sono entrato nel “Globo della legalità” della scuola. Come mai? Il mio è un caso particolare perché sono stato incluso in un progetto scolastico ed ho sottoscritto un contratto da cui è nato il dovere di parlarvi di Legalità. Non posso andarmene e salutarvi con un “Ciao”.  Torniamo ora con la mente a casa vostra e poniamo il caso che la mamma dice a Filomena: “Oggi ti accompagno a scuola, così poi faccio anche delle compere”. Molti di voi sono ancora piccolini, come lo sono i miei nipoti, che mia figlia accompagna sempre a scuola. Dunque uscite di casa, vi chiudete la porta alle spalle, ed ecco che c’è una striscia pedonale da attraversare per arrivare alla scuola, va bene? ... Allora dovete attraversare sulle strisce pedonali, altrimenti un vigile può richiamarvi al rispetto di questa regola, a parte quelli con le magliette gialle, addetti a guidare l’attraversamento dei bambini verso la scuola. Filomena, ascolta, tu e mamma venite a trovarvi in un’altra bolla appena siete in istrada, in un altro globo che non è più quello della famiglia, che avete lasciato uscendo da casa, ma quello del Comune. Sono intercomunicanti fra loro, si passa necessariamente dall’uno all’altro, senza attraversare spazi privi di norme, perché la Legalità, non ve lo dimenticate mai, vi avvolge dappertutto ed in ogni momento. Mi seguite? Lei mi sta seguendo, vero? Mi pare che siete meravigliata…
Professoressa  Effettivamente, sono meravigliata….diventa poi complicato questo metodo?
Presidente No. Quando s’incontrano certe bolle non comunicanti tra loro, il metodo si fa più articolato, ma non sarà difficile farsi capire se si riesce ad….”inventare” con degli esempi la realtà concreta su cui incide la regola. Allora, la madre e la figlioletta giungono fino all’ingresso della scuola. E così, appena suona la campanella, la mamma si allontana per le spese e la piccola scolara entra. Ed entrando si ritrova in un’altra…”Bolla di sapone”, sto scherzando, naturalmente. E’ entrata, parlando più seriamente, nel “Globo di Legalità” della Scuola. Secondo voi, nella scuola chi comanda? Mamma? Alunno (ma con il coro di molti altri) Nooo!
Presidente Hai ragione. Ed ecco che per farti svegliare, vestire, fare colazione ha comandato mamma, quando poi avete attraversato la strada per arrivare qui a scuola siete stati nel globo di legalità del Comune e da bravi cittadini avete attraversato sulle strisce, osservato lo stop al semaforo, eccetera….facciamo il caso che in quel momento tieni della carta in mano, ne hai fatto un piccolo malloppo e dici: “Mamma lo butto”? Che fai, lo butti a terra, o cerchi il cestino? Alunni Il cestino.
Presidente E sto cestino di chi è? Alunni Del Comune.
Presidente Ed allora in quale bolla stai? Alunni Del Comune.
Presidente Lo vedete come è dimostrato che tu e mamma siete entrati insieme in un’altra bolla, che è quella della legalità del Comune, dove si osservano regole diverse da quelle dettate in famiglia? Questa è la Legalità della vostra vita di ogni giorno, che riuscite a comprendere bene, perché, ragazzì, non è ‘na cosa complicata. Arrivati a scuola, entrate in un altro “Globo di Legalità”. E’ importantissima nella vostra vita la “Bolla della Scuola”, dove il capo, il vertice, è il vostro Dirigente, il Preside, mentre i professori vi insegnano le varie materie, ma vi fanno anche capire i diritti e i doveri dei cittadini, e, soprattutto, quello che non dovete fare nel rispetto degli altri.  “La mattina chi ti sveglia, mamma o papà…..?” Basta questa sola frase tanto significativa, Preside, per farli entrare nel loro mondo “legale”. Le domande che avevano preparato per me sono soprattutto estranee alla loro vita. Torno a dire: il mondo della droga, della delinquenza, dei problemi sociali, economici, del lavoro e della disoccupazione giovanile non è ancora il loro, lasciamolo ai discorsi dei grandi….è bello ed istruttivo, invece, portare per mano i fanciulli nei loro “Regni”, entrare con loro, anzi rientrare con loro nel regno della famiglia e della scuola, esortandoli ad osservare le regole della realtà che li circonda ogni giorno. Ho prestato loro una lente visuale diversa, quella che deve “vedere“ attraverso gli……invisibili “Globi” che li avvolgono nei vari ambienti in cui comincia a svolgersi la loro personalità, pieni zeppi di regole civili ma anche di norme morali e persino di regole d’igiene. L’esperienza cominciata dieci anni fa nelle scuole mi ha insegnato che bisogna cercare le strade più semplici per parlare ai semplici, nel nostro caso a ragazzi delle classi elementari e medie. A Gesù, che parlava in parabole, gli apostoli un giorno chiesero il perché parlasse in tal modo, e lui rispose: “Parlo al popolo in parabole perché così loro mi ascoltano, poi a voi parlerò separatamente del Padre Nostro che è nei Cieli”, il Vangelo dice proprio così. Con gli Apostoli parlava il linguaggio teologico, che non sarebbe stato capito dalle moltitudini che lo circondavano. Se con l’avvocato Carmine Monaco           qui presente parlassi di questioni giuridiche nel linguaggio tecnico dei giuristi, i ragazzini non capirebbero quasi nulla. E così potrebbe avvenire se agli stessi ragazzini parlassi della Legalità in termini astratti, cioè di norme, di regole scritte, non “avvertite” come guida della loro vita durante tutto l’arco della giornata. E perciò, continuando con queste parabole dei globi di legalità, ditemi: “quando suona la campanella un’altra volta e uscite dalla scuola, dove verrete a trovarvi?”  Alunni Nella Bolla della casa.
Presidente No, del Comune... Alunni No, a casa...
Presidente Ma perché insistete? A casa vostra non siete ancora arrivati. Alla fine delle lezioni voi uscite in un ambiente che non è più quello della scuola ma non è ancora quello della famiglia. Trovate infatti, per esempio, le strisce pedonali, vedete un segnale stradale, un Vigile Urbano con il fischietto…. il fischietto dei vigili non c’è né a casa e né a scuola. Una volta entrati in casa, allora siete nel Globo della Famiglia. A voi che siete ragazzini di scuola media, a che ora vi fanno uscire la sera? A te che hai la maglietta verde mamma a che ora ti chiama e ti dice: “Uhé, sono le dieci, le undici, a che ora ti vuoi ritirare? Alunno Non mi chiama proprio.
Sorriso degli alunni in sottofondo
Presidente  Non ti chiama proprio!? Questo vuol dire o che tu sei “legale”, cioè puntuale nel ritirarti, o che mamma tua non fa osservare le regole all’interno della famiglia. Comunque a una certa ora i ragazzini della tua età si devono ritirare a casa. Domandate a mia moglie che, passata la mezzanotte, ogni quarto d’ora chiama i figli. Ha fatto sempre così, anche prima che io la conoscessi, quando per me era come se non fosse “nata”, oppure, per stare al mio metodo, viveva in un’altra “Bolla”...., quella della sua famiglia.
Sorriso di tutti i presenti in sottofondo
Presidente E un certo giorno ci siamo sposati ed abbiamo fuso le nostre Bolle e ne abbiamo formato una sola, quella della nostra nuova famiglia. Mi seguite? Spesso, in serata tardi, sento che chiama i figli col telefonino: “Uhé, quando ti ritiri”? E se un figlio le dice che sta già a casa, lei, per essere sicura, lo prega di chiamare col telefono fisso sul suo telefonino per vedere se sul display del suo cell compare il numero fisso di casa… qualcuno di voi ha già il telefonino. Alunni Sì, sì, sì...
Presidente Guarda, guarda!!....così piccoli e già col telefonino! Allora avete capito, spero, che quando una mamma vuole allineare bene i propri figli deve fare così, altrimenti la fanno scema, scusate l’espressione, voglio dire che eludono la “legalità” della famiglia. Ragazzi, sembra che stiamo scherzando, ma questa Legalità resta sempre una cosa seria, anche se vi sto facendo divertire mentre ve la spiego, perché è nel nostro e nel vostro mondo. Dovete restare ancora un poco nella bolla di legalità della scuola che vi fa soffrire, ma fra qualche giorno finisce. Siete contenti? Alunni Sì, sì.
Presidente  Per completare questo discorso, diciamo ancora che talvolta i due genitori non sono d’accordo sull’orario preciso del rientro “legale” dei loro figli a casa. Immaginiamo questo dialogo mattutino, voi fate anche animazione a scuola, no? Alunni Sì, sì.
Presidente Ad esempio, il papà dice: “Si deve svegliare!” e la mamma che solitamente è più dolce: “No, lascialo dormire un altro poco, ieri sera si è ritirato tardi”, ma il marito replica severamente: “Non si deve ritirare tardi! Quindi si sveglia lo stesso, alla stessa ora, perché alle otto e mezza suona il campanello della scuola!”. Quando frequentavo la scuola media, un giorno che arrivai tardi a scuola tentai di giustificarmi dicendo che mia madre mi aveva preparato tardi la colazione, ma il professore di lettere mi rispose seccamente: “Non mi interessa”, e mi mise con le ginocchia sui ceci. Io ero piccolino, dodici anni, perciò papà andò il giorno dopo a scuola a protestare. Mezzora con le ginocchia sui ceci, guardate che è… ‘na cosa assai piacevole...
Sorriso degli alunni in sottofondo
Presidente “Il senso della pena”, l’avete scritto nell’elenco delle domande che mi volevate porre. Vi basti sapere che neppure i giudici di carriera capiscono questo concetto, e lo volete sapere voi? La punizione è per chi fa il delinquente, non per gli scolari che arrivano tardi a scuola. C’è una bella differenza, ma si può fare confusione. Perciò vi ho raccontato di una “punizione a scuola” di tempi molto lontani, quando i professori non avevano ancora compreso che anche un bambino va rispettato, perché ha una personalità e una dignità che non può essere mortificata con i ceci sotto le ginocchia….o con altre punizioni corporali. Mo’ torniamo a noi: può accadere che, ritornato dalla scuola a casa, mamma ti dica: “Scusami, Alessio, mi so’ scordata di buttare ‘sto sacchettino d’immondizia, pe’ piacere scendi no momento, ‘o primo cassonetto che trovi...”. Ma se vuoi rispettare le regole, cosa devi fare? Qui si fa la raccolta differenziata dell’immondizia? Alunni Sì.
Presidente Allora devi chiedere: “mamma, che sta nel sacchettino?” e se lei ti risponde: “Guarda che è roba di mangià, umido”, allora devi scendere un’altra volta nel Globo del Comune, che hai attraversato venendo dalla scuola a casa – vi sono chiari adesso i “globi”? – individuare il cassonetto dove sta scritto Umido e buttare là dentro il sacchettino, non nel primo cassonetto che trovi…..come dal suggerimento poco “legale” di mamma. Eh, professoressa, noto che sorride….capita, non facciamoci maestri, …scagli la prima pietra chi è senza peccato. Vedo un cassonetto più vicino e pufft dentro. Confesso che è capitato qualche volta pure a me. Trovandomi in macchina ed avendo fretta, ho accostato la macchina al cassonetto della plastica, e, abbassato il finestrino, ….pufft, ho vottato dentro l’umido. E’ stata Legalità? No! Perché poi la plastica puzza e non si può più riciclare...
Sorriso degli alunni in sottofondo
Presidente I vostri “Globi” sono questi, cari ragazzi, ed ora diciamo qualcosa di più generale, anche un po’ più difficile di quello che abbiamo detto finora. Passiamo cioè, brevemente, nel mondo dei grandi, cioè di quelli che ci governano, ed entriamo nei loro “globi”, dai  più piccoli a quelli più ampi. Più grande del Comune c’è la Provincia perché più Comuni fanno una provincia, più province confinanti compongono una Regione, più regioni formano lo Stato Italiano. Ogni globo, grande o piccolo che sia, detta le sue regole, le quali valgono per il globo che le fa ma anche per quelli più piccoli che esso ricomprende. Così la Regione Campania fa delle leggi che devono essere rispettate dalle province e dai comuni della Campania. Per farvi capire con esempi semplici, alcune pratiche, come la licenza ad aprire un negozio, le sbriga il Comune, la Provincia amministra molte istituzioni culturali, come il Museo Irpino e la Biblioteca provinciale, la Regione si occupa delle pratiche più importanti dell’intero suo territorio. E’ importante saperli distinguere, perché bisogna presentare una pratica nel globo giusto, altrimenti non va avanti o te la bocciano. Il Globo di Legalità più importante è lo Stato italiano, che ora è quasi “confederato”, diciamo così, con altri Stati in una sfera di maggiore ampiezza, che è l’Europa, nella quale sembra, specialmente a noi del Sud, di sentirci sperduti. E più si amplia la Palla e più ti senti sperduto, come nell’Universo, o no? L’Universo è infinito, ha affermato Albert Einstein, e nell’infinito ci si sente sperduti. Il Mondo, a questo punto parlo del nostro pianeta Terra, non dell’Universo, è un grande Globo di Legalità, dove ci sono le regole che si chiamano Diritto Internazionale. Voglio sapere da voi qual è l’Organo, cioè l’Autorità che comanda al di sopra di tutti in questo grande Globo che è il Mondo. Attenzione: non sono gli Stati Uniti, non è la Russia, non sono né la Cina, né la Germania, né la Francia, non è l’Europa. E’ un Organo costituito da tante persone riunite intorno ad un tavolo che decidono le sorti del Mondo. Si chiama…. Alunni L’ONU.
Presidente  Bravi, l’Organizzazione delle Nazioni Unite. Adesso torniamo indietro, ragazzì, o vi ho stancato? Se siete stanchi, vi faccio cantare le canzoncine. Alunni Sì, sì.
Presidente  Lo so che avete preparato le filastrocche. Appena ripercorriamo a ritroso questi stessi globi per completare la lezione, ve le faccio recitare. Allora, dall’intero Mondo, dove comanda l’O.N.U., ci restringiamo all’Europa. Qual è l’Organo Centrale che rappresenta la massima Autorità del nostro Continente? Avete mai sentito parlare del Consiglio d’Europa che ha la sua sede a Bruxelles in Belgio? Alunni Nooo!
Presidente Va bene, lo avete appreso adesso. Ridiscendendo ancora, ci ritroviamo nel Globo Italia. Chi comanda in esso? Non parliamo di politica, ma di Istituzione, come organo dello Stato, qual è il più importante? Pensate all’art. 1 della Costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro…aho! Svegli! Allora, se è democratica, chi comanda è il Popolo sovrano, che ogni cinque anni va a votare per eleggere i propri rappresentanti da mandare a Roma. Quando a Roma si riuniscono tutti insieme per fare le leggi, come si chiama quell’Organo superiore? Alunni Il Parlamento.
Presidente Bravissimi…..il Parlamento! Esso ha la funzione di governare tutta l’Italia. Mo’ riduciamo il campo un altro poco. Dallo Stato scendiamo nelle Regioni, dove comandano i Consigli Regionali, uno per regione, che il popolo sceglie con le elezioni. Il Consiglio Provinciale è l’organo centrale della Provincia. E il Comune chi lo comanda? Alunni Il Sindaco.
Presidente  In verità il Sindaco oggi ha più potere, ma del suo operato deve sempre rendere conto al Consiglio Comunale, che è l’organo principale del Comune, come se fosse il suo piccolo Parlamento. Nella “Bolla scolastica”, ancora più piccola, il capo è il vostro Dirigente. E’ lui che deve organizzare le attività didattiche e risolvere ogni problema, avvalendosi anche del Collegio dei Docenti. Ed in famiglia? Questa è la battuta che vi ho lasciato per ultima, che scherzando, invece di chiamarla la Bolla finale”, la chiamerei la “botta finale” perché finora in ogni Globo, grande o piccolo, avete sempre trovato uno che ne è il Capo, mentre nella famiglia…...Alunno La mamma.
Presidente  No! Così rispondono solitamente tutti i ragazzi, ma le Autorità della famiglia sono due: Mamma e Papà! Sorriso degli alunni in sottofondo
So’ due, la famiglia è l’unico Globo “bipolare”, dove comandano due persone, i genitori, che dovrebbero andare sempre d’accordo nello stabilire le cose della famiglia. Purtroppo qualche volta litigano, ma nessuno ha il diritto di comandare sull’altro. Comunque, vedere papà e mamma che litigano fa soffrire i figli ed è per loro molto diseducativo. Litigano per che cosa? Per il potere, perché il potere è stato diviso in testa a tutti e due. Cari ragazzi, prima dove stavate seduti? Alunni Qui sotto, appoggiati alla cattedra?
Presidente Chi vi ha fatto spostare? Alunni Voi.
Presidente E con quale potere?
Sorriso dei presenti in sottofondo
Presidente Potevate pure dirmi: “Perché quando siete venuto voi, Giudice, ci avete fatto girà?”. E’ vero, dottoressa, ma non potevano stare seduti per terra di spalle a me. Volevo guardarli in viso mentre facevo la relazione. La Legalità vuole non solo che il dialogo cada su argomenti di comune interesse, ma anche che tra chi parla e chi ascolta ci si guardi in faccia. Non esiste un vero dialogo, come quello con cui abbiamo interagito, se io ti parlo alle spalle e tu chiacchieri davanti e nun saccio manco chi è che chiacchiera... per esempio non ti pozzo pizzicà mentre chiacchieri e ti distrai....per ristabilire, ecco un altro esempio pratico, la “legalità” della lezione, come fate voi professori quando, anche a voce alta, dite: “Ragazzi, zitti!”.
Sorriso degli alunni in sottofondo  Quando ho detto “giratevi tutti verso di me”, è stato un comando da me dato nel Globo della scuola, nel quale soltanto oggi pomeriggio sono stato l’Autorità più importante, ma solo per farvi capire il rispetto delle regole. Una mezzora fa ho accennato alla separatezza di alcuni Globi, ad esempio scuola e famiglia. Non posso lasciare il discorso a metà e spero che le mamme non se la prendano. Alunni Nooo!
Presidente  Senti, Luca, facciamo il caso che mentre vi sto spiegando la Legalità compare mamma tua e comincia a dire: “Io sono la mamma di Luca, che state facendo?”. “Stiamo parlando di legalità, Signora, in base al progetto scolastico”, rispondo io. E mamma tua: “Ma che legalità e legalità? Io aspetto mio figlio che si deve ritirare, gli fate fare prima la mattina poi il pomeriggio, insomma...quello poi si stanca…”. Raccontiamo una situazione inversa? Mentre tu, Luca, stai mangiando a casa tua, seduto a tavola insieme a mamma, arriva uno dei professori, uno di questi che stanno qui ad ascoltare, e dice: “Buongiorno, Signora, vedo che state pranzando, buon appetito…, ma, scusi, è così che mangia il ragazzino? Guardate come si è sbrodolato tutto il mento di sugo, vostro figlio è uno sporcaccione; eppoi, come taglia la carne della bistecca? La forchetta va tenuta con la sinistra e il coltello con la mano destra, non come fa lui, che tiene pure i gomiti sul tavolo. Non ha proprio il bon ton!”. Esistono per davvero scuole dove si va ad imparare come si sta composti a tavola ed in altre situazioni, pare che sia ritornato di moda Monsignor Della Casa, che scrisse il Galateo, che è pure una regola ma solo di società, del comportamento esteriore. Allora, la mamma squadra bene l’inatteso ed importuno ospite, riconosce che è uno dei professori del figlio, alla fine non ne può più e sbotta: “Guardate, professò, ‘o figlio mio è mancino e perciò forchetta e cortiello le ttene accossì. Professò, pe’ piacere, vui comandate ‘a scola, no a casa mia..!.”
Sorriso degli alunni in sottofondo
Quindi, Luca, se arriva mamma tua qua, tutti noi le possiamo dire: “Signò, voi state fuori del vostro campo. Voi comandate a casa vostra e là dovete educare Luca al rispetto dei valori familiari, ma quando vedete me che sto educando vostro figlio alla legalità, cioè ad essere un bravo cittadino allorché lascerà la famiglia, vi dovete sedere ed ascoltare, oppure accomodarvi fuori. Perché possiamo parlare così? Perché stiamo in un Globo che non è intercomunicante con quello della famiglia, anche se Scuola e Famiglia devono collaborare nell’educazione. Le interferenze a volte avvengono, in verità più da parte delle famiglie. Nel salutarvi, vi raccomando: pensatemi un po’ quando mamma e papà vi svegliano domattina, appena è avvenuto il vostro pieno risveglio….ho scritto un libro dal titolo: “Verità al risveglio”.
Professoressa  Verità?
Presidente  Sì, Verità al risveglio. Professoressa, la verità è nel primo flash che ci colpisce al risveglio, tutto il resto viene coperto dalle bugie del giorno. Uno studente di liceo, potrà dire, parlando con i compagni o con i genitori: Io il latino lo conosco bene, sono bravo, è la mia professoressa che non capisce niente…di latino”. Un Giudice potrebbe dire con i suoi colleghi: “La mia sentenza era scritta benissimo, ha sbagliato la Cassazione ad annullarmela”, ma quando al ragazzo del liceo o al giudice torneranno in mente nel dormiveglia mattutino il latino o la sentenza, il primo riconoscerà, sia pure per un attimo, che in latino non è bravo, ed il secondo che la sua sentenza era in verità errata. Voglio dire che da quando subentra il controllo dello stato di coscienza si comincia a mistificare la verità. Il giorno è fatto per guardare e parlare della realtà in modo diverso ai conoscenti, agli amici, ai parenti. Nessuno di voi si è accorto di ciò, no? I ragazzini, appena si svegliano la mattina, una volta che sentono la mamma che li scuote, a che pensano? Che vi viene in mente quando mamma dice: “Scetete!” senza aggiungere altro. Alunni Che ci dobbiamo svegliare.
Presidente  E perché vi dovete svegliare? Alunni  Per andare a Scuola.
Presidente E provate una sensazione di contentezza, di allegria nel pensare che vi dovete svegliare per andare a scuola? Alunni  Nooo…
Presidente Allora vuol dire che in quel momento “la Verità“ è come vedete il vostro rapporto con la scuola, è l’impatto con i doveri e perciò non vi sentite allegri, anche se poi durante il giorno, se qualcuno vi domanda, rispondete che vi piace andare a scuola.
La nostra lunga passeggiata finisce qui, ragazzi. Sono contento che il “Metodo delle Bolle” ha funzionato, ma meritate anche voi un bel complimento per come avete collaborato, contribuendo a rendere questo incontro proficuo e divertente….anche per me.
Son sicuro che non vi dimenticherò…..e adesso spazio alle filastrocche….!!

GENNARO IANNARONE



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