Testo integrale,
sbobinato dalla registrazione, e poi riveduto e corretto della Conferenza
tenuta da Gennaro Iannarone in Carife (Av)
il 4 giugno 2012 presso l’Ist. Compr. (Preside Valentino Stanco)
Presidente Gennaro
Iannarone Buonasera
a tutti. Vedo un elemento eterogeneo, i genitori, che mi creano qualche timore
in più, soprattutto per la presenza delle “mamme”, più inclini a seguire il
figlio scolaro ed a controllare qualsiasi docente. “Ragazzini seduti in fondo all’aula, lasciate quei posti strategici per poter
chiacchierare meglio ed occupate le prime due file che sono libere……ecco, ci
siamo capiti…va bene così”. Poiché non è facile dare una definizione della
“Legalità”, tentiamo una via nuova e
più concreta per farvela capire senza pretendere di definirla. Quando ad
Avellino percorro in auto la traversa in cui abito, gli studenti che vanno a
prendere il pullman a piazza Kennedy camminano quasi tutti a centro strada. Devo
suonare più volte il clacson per giungere al parcheggio e qualche volta sono
così duri di orecchi e soprattutto di testa che sono costretto ad aprire il
finestrino ed a gridare loro…..”ma
ragazzi, c’è il marciapiedi!”
Sorriso degli alunni in
sottofondo
Allora,
ragazzi, vi interessa più sentire questi episodi che accadono anche nella
vostra vita, o sentir parlare di lotta alla camorra, di reati di violenza, di
disoccupazione giovanile, e ascoltare le mie risposte su questi argomenti? Son
sicuro che a voi, che siete poco più che bambini, questi problemi non interessano
affatto. Comunque ditemi: qual è l’articolo della Costituzione della Repubblica
Italiana che vi piace di più.
Risposta smozzicata degli
alunni
Presidente
Rispondete, non
abbiate soggezione, non faccio più il giudice, ma sono soltanto uno che racconta
le storielle ai ragazzini per farli divertire…con la legalità. Le mie orecchie
hanno colto un numero “3”. Tu in prima fila come ti chiami?
Alunna
Filomena.
Presidente Filomena, leggi
questo articolo 3, l’hai pronunciato proprio tu. Su, forza! Filomena “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla
Legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua e di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Presidente Va bene. Tu come ti chiami? Alunno
Alessio
Presidente Alessio, avvicinati
e leggi l’articolo 34, dove parla della scuola e dei tuoi studi. Alessio “I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di
raggiungere i gradi più alti degli studi”.
Presidente
Fermati qui. Non vi sembra che ci sia una
contraddizione tra i due articoli? Cioè, se tutti sono uguali davanti alla
Legge, senza distinzioni, come mai quelli capaci e meritevoli hanno diritto di
raggiungere i più alti gradi degli studi mentre gli altri rimangono in basso?
Allora non vi sarebbe più uguaglianza fra tutti gli studenti! Che ne pensate?
…….vi aiuto a darmi una risposta….badate che nell’art. 3 le parole “capaci e meritevoli “ non ci sono. Proviamo
a leggerlo a rovescio: “Tutti sono diseguali davanti alla Legge per capacità
e merito, ma non per razza, sesso, lingua, religione, idee politiche,
condizioni personali e sociali”. Cioè l’art. 3 non dice: “La Legge è uguale per tutti”, che è
solo un’espressione altisonante, non è scritta in nessun codice. Non si possono
fare discriminazioni per diversità di razza, di sesso, di condizioni personali
e sociali ecc., ma per tante altre condizioni e qualità personali le differenze
tra le persone ci sono, eccome ci sono! E devono valere! Guai se fossimo tutti
uguali! La parola “merito” da qualche
tempo la si sente un po’ più spesso, per radio, per televisione, sui giornali. Soprattutto
ai genitori dico con tutta lealtà: “Se
vogliamo una società migliore, nelle scuole bisogna porre l’accento sul merito,
cioè valorizzare gli alunni più bravi, che vanno avanti, mentre i meno bravi
restano purtroppo indietro”. E se ci si riesce, saranno migliori anche i
professori e quindi sapranno ben distinguere gli allievi più bravi dai meno
bravi. Mi scusino i docenti, ma dico questo perché spesso le famose “mamme” di
alunni non capaci o non studiosi giustificano i loro figli dicendo che la colpa
è dei professori. A parte il merito scolastico, vi è differenza tra un ragazzo
più buono e uno meno buono, tra uno più osservante delle regole ed uno ribelle,
tra un cittadino virtuoso, onesto, rispettoso degli altri e un altro che non lo
è. Insomma questo articolo 3, che vi
piace tanto, comincia a piacere di meno se lo si legge con attenzione. Questo è un piccolo incipit, che ho ritenuto utile per
abituare i ragazzi a leggere attentamente una norma giuridica, non a recitarla
come una preghiera, perché con una maggiore riflessione la norma può rivelare
un contenuto di fondo diverso da come appare dalla pura espressione letterale. Abbandoniamo
ora la strada dell’astratta legalità ed entriamo nel vostro mondo, cominciando
con una domandina: c’è un momento in cui voi state completamente liberi, senza
essere soggetti ad una norma o ad una regola? Intervento di Alessio Nel
sonno.
Presidente
Va bene, posso
accettare la risposta, ma quando vi svegliate la mattina la regola alla quale
vi trovate sottoposti c’è o non c’è? Alunno Nelle vacanze non c’è.
Presidente La tua spontaneità
mi fa sorridere, ho capito bene che la
scuola rappresenta per te la regola non gradita. Non parliamo delle vacanze, ho
chiesto: “quando vi svegliate la mattina?”.
Preside, qui a che ora suona il campanello? Preside Alle otto e venti.
Presidente Il che significa
che per trovarvi puntuali a scuola vi dovete svegliare ed alzare dal letto a
che ora? Alunni Alle sette e mezza. Presidente
A casa vostra chi vi sveglia, papà o mamma? Alunni Mamma.
Presidente
Ma chi è più autoritario quando vi sveglia? Alunni Mamma.
Presidente
E nonostante i modi energici di mamma, voi non
riuscite a svegliarvi completamente. Vero? Allora, secondo voi, il vostro
dovere di alzarvi presto, di vestirvi, di fare colazione, e di andare
puntualmente a scuola, è una regola o no? Alunni Sì.
Presidente
Allora, appena aprite gli occhi e vi svegliate state
già nella Legalità. State in uno dei tanti “Globi della Legalità” e
perciò questo metodo per far capire la legalità io uso chiamarlo “Il
metodo dei Globi”. Ricordate le bolle di sapone che facevate da
piccolini. Credo che le facciate ancora adesso? Vi piacciono? Alunni Sì.
Presidente
Ecco, dovete
immaginare che i Globi della Legalità sono come delle bolle di sapone, quelle
dai bei colori che svaniscono in un attimo. Sono tanto invisibili che, come le
bolle di sapone, pur avvolgendo in se stesse ciascuno di voi, sono completamente
trasparenti e consentono di guardare la realtà che vi circonda, ma a differenza
delle bolle di sapone non si possono né bucare né rompere. Per quanti possiate
fare, voi da quelle bolle non potrete mai uscire, ma tutt’al più passare da una
bolla ad un’altra se sono intercomunicanti, rimanendo però sempre imprigionati
in una bolla. Sono delle maglie che vi ingabbiano, ma se rispettate le regole
che sono in esse contenute vivrete civilmente. Anche quando dormi, Alessio, tu
ti trovi in una bolla di legalità, poiché – ad esempio – se dormi con tuo
fratello in uno stesso letto, non è né giusto né legale che tu invada la parte
di letto che spetta a lui occupare. Solo che nel sonno non sei stato
consapevole della invasione di campo che hai compiuto con il tuo corpo, te ne
sei accorto perché – facciamo il caso – tuo fratello ha protestato. Ma appena
ti svegli tu ti accorgi, prima o poi, che sei avvolto da una legalità, cioè da
una serie di piccoli doveri, perché in vista della scuola ti devi alzare,
vestire, lavare, e fare colazione, per giunta con mamma che ti porta fretta: “Ohe!, scetate, che ‘a scola sona la
campanella”..., sarà stato – immagino – il suo squillante saluto mattutino.
Sorriso degli alunni in
sottofondo
Ed
ora, per vedere se avete capito, voglio sapere: quando state in questa bolla
all’interno della quale dovete prepararvi per andare a scuola, come vi viene di
chiamarlo “sto pallone”, che, come vi
ho spiegato, vi avvolge e vi obbliga ad osservare le regole ? Per non farvi
spremere il cervello, vi dico subito: se lo chiamo il “Globo della Famiglia”, sbaglio? Alunni No.
Presidente Questa
situazione, cari ragazzi, è comune agli scolari di ogni parte d’Italia. Ma
badate: anche la mia vita si svolge dentro i globi della legalità, cioè dei
diritti e dei doveri. Infatti, in questo momento ho il dovere di farvi una
lezione e sono quindi soggetto alla legalità della scuola, sono entrato nel “Globo
della legalità” della scuola. Come mai? Il mio è un caso particolare perché
sono stato incluso in un progetto scolastico ed ho sottoscritto un contratto da
cui è nato il dovere di parlarvi di Legalità. Non posso andarmene e salutarvi
con un “Ciao”. Torniamo ora con la mente a casa vostra e
poniamo il caso che la mamma dice a Filomena: “Oggi ti accompagno a scuola, così poi faccio anche delle compere”.
Molti di voi sono ancora piccolini, come lo sono i miei nipoti, che mia figlia
accompagna sempre a scuola. Dunque uscite di casa, vi chiudete la porta alle
spalle, ed ecco che c’è una striscia pedonale da attraversare per arrivare alla
scuola, va bene? ... Allora dovete attraversare sulle strisce pedonali,
altrimenti un vigile può richiamarvi al rispetto di questa regola, a parte
quelli con le magliette gialle, addetti a guidare l’attraversamento dei bambini
verso la scuola. Filomena, ascolta, tu e mamma venite a trovarvi in un’altra
bolla appena siete in istrada, in un altro globo che non è più quello della
famiglia, che avete lasciato uscendo da casa, ma quello del Comune. Sono
intercomunicanti fra loro, si passa necessariamente dall’uno all’altro, senza
attraversare spazi privi di norme, perché la Legalità, non ve lo dimenticate
mai, vi avvolge dappertutto ed in ogni momento. Mi seguite? Lei mi sta
seguendo, vero? Mi pare che siete meravigliata…
Professoressa Effettivamente, sono
meravigliata….diventa poi complicato questo metodo?
Presidente No.
Quando s’incontrano certe bolle non comunicanti tra loro, il metodo si fa più
articolato, ma non sarà difficile farsi capire se si riesce ad….”inventare” con
degli esempi la realtà concreta su cui incide la regola. Allora, la madre e la
figlioletta giungono fino all’ingresso della scuola. E così, appena suona la
campanella, la mamma si allontana per le spese e la piccola scolara entra. Ed
entrando si ritrova in un’altra…”Bolla di
sapone”, sto scherzando, naturalmente. E’ entrata, parlando più seriamente,
nel “Globo di Legalità” della Scuola. Secondo voi, nella scuola chi comanda?
Mamma? Alunno (ma con il coro di molti altri) Nooo!
Presidente Hai
ragione. Ed ecco che per farti svegliare, vestire, fare colazione ha comandato
mamma, quando poi avete attraversato la strada per arrivare qui a scuola siete
stati nel globo di legalità del Comune e da bravi cittadini avete attraversato
sulle strisce, osservato lo stop al semaforo, eccetera….facciamo il caso che in
quel momento tieni della carta in mano, ne hai fatto un piccolo malloppo e
dici: “Mamma lo butto”? Che fai, lo
butti a terra, o cerchi il cestino? Alunni Il cestino.
Presidente E
sto cestino di chi è? Alunni
Del Comune.
Presidente Ed
allora in quale bolla stai? Alunni Del Comune.
Presidente Lo
vedete come è dimostrato che tu e mamma siete entrati insieme in un’altra
bolla, che è quella della legalità del Comune, dove si osservano regole diverse
da quelle dettate in famiglia? Questa è la Legalità della vostra vita di ogni
giorno, che riuscite a comprendere bene, perché, ragazzì, non è ‘na cosa complicata. Arrivati a scuola, entrate in
un altro “Globo di Legalità”. E’ importantissima nella vostra vita la “Bolla della Scuola”, dove il capo, il
vertice, è il vostro Dirigente, il Preside, mentre i professori vi insegnano le
varie materie, ma vi fanno anche capire i diritti e i doveri dei cittadini, e,
soprattutto, quello che non dovete fare nel rispetto degli altri. “La
mattina chi ti sveglia, mamma o papà…..?” Basta questa sola frase tanto
significativa, Preside, per farli entrare nel loro mondo “legale”. Le domande
che avevano preparato per me sono soprattutto estranee alla loro vita. Torno a
dire: il mondo della droga, della delinquenza, dei problemi sociali, economici,
del lavoro e della disoccupazione giovanile non è ancora il loro, lasciamolo ai
discorsi dei grandi….è bello ed istruttivo, invece, portare per mano i
fanciulli nei loro “Regni”, entrare
con loro, anzi rientrare con loro nel regno della famiglia e della scuola,
esortandoli ad osservare le regole della realtà che li circonda ogni giorno. Ho
prestato loro una lente visuale diversa, quella che deve “vedere“ attraverso gli……invisibili “Globi” che li avvolgono nei
vari ambienti in cui comincia a svolgersi la loro personalità, pieni zeppi di
regole civili ma anche di norme morali e persino di regole d’igiene. L’esperienza
cominciata dieci anni fa nelle scuole mi ha insegnato che bisogna cercare le
strade più semplici per parlare ai semplici, nel nostro caso a ragazzi delle
classi elementari e medie. A Gesù, che parlava in parabole, gli apostoli un
giorno chiesero il perché parlasse in tal modo, e lui rispose: “Parlo al popolo in parabole perché così loro
mi ascoltano, poi a voi parlerò separatamente del Padre Nostro che è nei Cieli”,
il Vangelo dice proprio così. Con gli Apostoli parlava il linguaggio teologico,
che non sarebbe stato capito dalle moltitudini che lo circondavano. Se con
l’avvocato Carmine Monaco qui
presente parlassi di questioni giuridiche nel linguaggio tecnico dei giuristi, i
ragazzini non capirebbero quasi nulla. E così potrebbe avvenire se agli stessi
ragazzini parlassi della Legalità in termini astratti, cioè di norme, di regole
scritte, non “avvertite” come guida della loro vita durante tutto l’arco della
giornata. E perciò, continuando con
queste parabole dei globi di legalità, ditemi: “quando suona la campanella un’altra volta e uscite dalla scuola, dove verrete
a trovarvi?” Alunni Nella
Bolla della casa.
Presidente No,
del Comune... Alunni No, a casa...
Presidente Ma
perché insistete? A casa vostra non siete ancora arrivati. Alla fine delle
lezioni voi uscite in un ambiente che non è più quello della scuola ma non è
ancora quello della famiglia. Trovate infatti, per esempio, le strisce
pedonali, vedete un segnale stradale, un Vigile Urbano con il fischietto…. il
fischietto dei vigili non c’è né a casa e né a scuola. Una volta entrati in
casa, allora siete nel Globo della Famiglia. A voi che siete ragazzini di
scuola media, a che ora vi fanno uscire la sera? A te che hai la maglietta
verde mamma a che ora ti chiama e ti dice: “Uhé,
sono le dieci, le undici, a che ora ti vuoi ritirare?” Alunno Non mi chiama proprio.
Sorriso degli alunni in
sottofondo
Presidente Non ti chiama
proprio!? Questo vuol dire o che tu sei “legale”, cioè puntuale nel ritirarti,
o che mamma tua non fa osservare le regole all’interno della famiglia. Comunque
a una certa ora i ragazzini della tua età si devono ritirare a casa. Domandate
a mia moglie che, passata la mezzanotte, ogni quarto d’ora chiama i figli. Ha
fatto sempre così, anche prima che io la conoscessi, quando per me era come se
non fosse “nata”, oppure, per stare al mio metodo, viveva in un’altra “Bolla”....,
quella della sua famiglia.
Sorriso di tutti i
presenti in sottofondo
Presidente E
un certo giorno ci siamo sposati ed abbiamo fuso le nostre Bolle e ne abbiamo
formato una sola, quella della nostra nuova famiglia. Mi seguite? Spesso, in serata
tardi, sento che chiama i figli col telefonino: “Uhé, quando ti ritiri”? E se un figlio le dice che sta già a casa,
lei, per essere sicura, lo prega di chiamare col telefono fisso sul suo
telefonino per vedere se sul display
del suo cell compare il numero fisso di casa… qualcuno di voi ha già il
telefonino. Alunni Sì, sì, sì...
Presidente Guarda,
guarda!!....così piccoli e già col telefonino! Allora avete capito, spero, che
quando una mamma vuole allineare bene i propri figli deve fare così, altrimenti
la fanno scema, scusate l’espressione, voglio dire che eludono la “legalità”
della famiglia. Ragazzi, sembra che stiamo scherzando, ma questa Legalità resta
sempre una cosa seria, anche se vi sto facendo divertire mentre ve la spiego,
perché è nel nostro e nel vostro mondo. Dovete restare ancora un poco nella
bolla di legalità della scuola che vi fa soffrire, ma fra qualche giorno
finisce. Siete contenti? Alunni Sì, sì.
Presidente Per completare questo
discorso, diciamo ancora che talvolta i due genitori non sono d’accordo
sull’orario preciso del rientro “legale” dei loro figli a casa. Immaginiamo
questo dialogo mattutino, voi fate anche animazione a scuola, no? Alunni Sì,
sì.
Presidente Ad
esempio, il papà dice: “Si deve
svegliare!” e la mamma che solitamente è più dolce: “No, lascialo dormire un altro poco, ieri sera si è ritirato tardi”, ma
il marito replica severamente: “Non si
deve ritirare tardi! Quindi si sveglia lo stesso, alla stessa ora, perché alle
otto e mezza suona il campanello della scuola!”. Quando frequentavo la
scuola media, un giorno che arrivai tardi a scuola tentai di giustificarmi
dicendo che mia madre mi aveva preparato tardi la colazione, ma il professore
di lettere mi rispose seccamente: “Non mi
interessa”, e mi mise con le ginocchia sui ceci. Io ero piccolino, dodici
anni, perciò papà andò il giorno dopo a scuola a protestare. Mezzora con le
ginocchia sui ceci, guardate che è… ‘na cosa assai piacevole...
Sorriso degli alunni in
sottofondo
Presidente “Il
senso della pena”, l’avete scritto nell’elenco delle domande che mi volevate
porre. Vi basti sapere che neppure i giudici di carriera capiscono questo
concetto, e lo volete sapere voi? La punizione è per chi fa il delinquente, non
per gli scolari che arrivano tardi a scuola. C’è una bella differenza, ma si
può fare confusione. Perciò vi ho raccontato di una “punizione a scuola” di
tempi molto lontani, quando i professori non avevano ancora compreso che anche
un bambino va rispettato, perché ha una personalità e una dignità che non può
essere mortificata con i ceci sotto le ginocchia….o con altre punizioni
corporali. Mo’ torniamo a noi: può accadere che, ritornato dalla scuola a casa,
mamma ti dica: “Scusami, Alessio, mi so’
scordata di buttare ‘sto sacchettino d’immondizia, pe’ piacere scendi no
momento, ‘o primo cassonetto che trovi...”. Ma se vuoi rispettare le
regole, cosa devi fare? Qui si fa la raccolta differenziata dell’immondizia? Alunni
Sì.
Presidente Allora devi
chiedere: “mamma, che sta nel
sacchettino?” e se lei ti risponde: “Guarda
che è roba di mangià, umido”, allora devi scendere un’altra volta nel Globo
del Comune, che hai attraversato venendo dalla scuola a casa – vi sono chiari
adesso i “globi”? – individuare il cassonetto dove sta scritto Umido e buttare là dentro il
sacchettino, non nel primo cassonetto che trovi…..come dal suggerimento poco
“legale” di mamma. Eh, professoressa, noto che sorride….capita, non facciamoci
maestri, …scagli la prima pietra chi è senza peccato. Vedo un cassonetto più
vicino e pufft dentro. Confesso che è
capitato qualche volta pure a me. Trovandomi in macchina ed avendo fretta, ho
accostato la macchina al cassonetto della plastica, e, abbassato il finestrino,
….pufft, ho vottato dentro l’umido. E’ stata Legalità? No! Perché poi la
plastica puzza e non si può più riciclare...
Sorriso degli alunni in
sottofondo
Presidente
I vostri “Globi” sono questi, cari ragazzi, ed ora
diciamo qualcosa di più generale, anche un po’ più difficile di quello che
abbiamo detto finora. Passiamo cioè, brevemente, nel mondo dei grandi, cioè di
quelli che ci governano, ed entriamo nei loro “globi”, dai più piccoli a quelli più ampi. Più grande del
Comune c’è la Provincia perché più Comuni fanno una provincia, più province confinanti
compongono una Regione, più regioni formano lo Stato Italiano. Ogni globo,
grande o piccolo che sia, detta le sue regole, le quali valgono per il globo
che le fa ma anche per quelli più piccoli che esso ricomprende. Così la Regione
Campania fa delle leggi che devono essere rispettate dalle province e dai
comuni della Campania. Per farvi capire con esempi semplici, alcune pratiche,
come la licenza ad aprire un negozio, le sbriga il Comune, la Provincia
amministra molte istituzioni culturali, come il Museo Irpino e la Biblioteca
provinciale, la Regione si occupa delle pratiche più importanti dell’intero suo
territorio. E’ importante saperli distinguere, perché bisogna presentare una
pratica nel globo giusto, altrimenti non va avanti o te la bocciano. Il Globo
di Legalità più importante è lo Stato italiano, che ora è quasi “confederato”,
diciamo così, con altri Stati in una sfera di maggiore ampiezza, che è
l’Europa, nella quale sembra, specialmente a noi del Sud, di sentirci sperduti.
E più si amplia la Palla e più ti
senti sperduto, come nell’Universo, o no? L’Universo è infinito, ha affermato
Albert Einstein, e nell’infinito ci si sente sperduti. Il Mondo, a questo punto
parlo del nostro pianeta Terra, non dell’Universo, è un grande Globo di
Legalità, dove ci sono le regole che si chiamano Diritto Internazionale. Voglio
sapere da voi qual è l’Organo, cioè l’Autorità che comanda al di sopra di tutti
in questo grande Globo che è il Mondo. Attenzione: non sono gli Stati Uniti,
non è la Russia, non sono né la Cina, né la Germania, né la Francia, non è
l’Europa. E’ un Organo costituito da tante persone riunite intorno ad un tavolo
che decidono le sorti del Mondo. Si chiama…. Alunni L’ONU.
Presidente Bravi,
l’Organizzazione delle Nazioni Unite. Adesso
torniamo indietro, ragazzì, o vi ho
stancato? Se siete stanchi, vi faccio cantare le canzoncine. Alunni Sì,
sì.
Presidente Lo so che avete
preparato le filastrocche. Appena ripercorriamo a ritroso questi stessi globi
per completare la lezione, ve le faccio recitare. Allora, dall’intero Mondo, dove
comanda l’O.N.U., ci restringiamo all’Europa. Qual è l’Organo Centrale che
rappresenta la massima Autorità del nostro Continente? Avete mai sentito
parlare del Consiglio d’Europa che ha la sua sede a Bruxelles in Belgio? Alunni
Nooo!
Presidente Va
bene, lo avete appreso adesso. Ridiscendendo ancora, ci ritroviamo nel Globo
Italia. Chi comanda in esso? Non parliamo di politica, ma di Istituzione, come
organo dello Stato, qual è il più importante? Pensate all’art. 1 della
Costituzione: “L’Italia è una Repubblica
democratica fondata sul lavoro…aho! Svegli!” Allora, se è democratica, chi comanda è il Popolo sovrano, che
ogni cinque anni va a votare per eleggere i propri rappresentanti da mandare a
Roma. Quando a Roma si riuniscono tutti insieme per fare le leggi, come si
chiama quell’Organo superiore? Alunni Il Parlamento.
Presidente Bravissimi…..il
Parlamento! Esso ha la funzione di governare tutta l’Italia. Mo’ riduciamo il
campo un altro poco. Dallo Stato scendiamo nelle Regioni, dove comandano i
Consigli Regionali, uno per regione, che il popolo sceglie con le elezioni. Il
Consiglio Provinciale è l’organo centrale della Provincia. E il Comune chi lo
comanda? Alunni Il Sindaco.
Presidente In verità il Sindaco
oggi ha più potere, ma del suo operato deve sempre rendere conto al Consiglio
Comunale, che è l’organo principale del Comune, come se fosse il suo piccolo
Parlamento. Nella “Bolla scolastica”, ancora più piccola, il capo è il vostro
Dirigente. E’ lui che deve organizzare le attività didattiche e risolvere ogni
problema, avvalendosi anche del Collegio dei Docenti. Ed in famiglia? Questa è
la battuta che vi ho lasciato per ultima, che scherzando, invece di chiamarla
la “Bolla finale”, la chiamerei
la “botta finale” perché finora in ogni Globo, grande o piccolo, avete
sempre trovato uno che ne è il Capo, mentre nella famiglia…...Alunno La
mamma.
Presidente No! Così
rispondono solitamente tutti i ragazzi, ma le Autorità della famiglia sono due:
Mamma e Papà! Sorriso degli alunni in
sottofondo
So’ due,
la famiglia è l’unico Globo “bipolare”, dove comandano due persone, i genitori,
che dovrebbero andare sempre d’accordo nello stabilire le cose della famiglia.
Purtroppo qualche volta litigano, ma nessuno ha il diritto di comandare
sull’altro. Comunque, vedere papà e mamma che litigano fa soffrire i figli ed è
per loro molto diseducativo. Litigano per che cosa? Per il potere, perché il
potere è stato diviso in testa a tutti e due. Cari ragazzi, prima dove stavate
seduti? Alunni Qui sotto, appoggiati alla cattedra?
Presidente Chi
vi ha fatto spostare? Alunni Voi.
Presidente E
con quale potere?
Sorriso dei presenti in
sottofondo
Presidente Potevate
pure dirmi: “Perché quando siete venuto
voi, Giudice, ci avete fatto girà?”. E’ vero, dottoressa, ma non potevano
stare seduti per terra di spalle a me. Volevo guardarli in viso mentre facevo
la relazione. La Legalità vuole non solo che il dialogo cada su argomenti di
comune interesse, ma anche che tra chi parla e chi ascolta ci si guardi in
faccia. Non esiste un vero dialogo, come quello con cui abbiamo interagito, se
io ti parlo alle spalle e tu chiacchieri davanti e nun saccio manco chi è che chiacchiera... per esempio non ti pozzo
pizzicà mentre chiacchieri e ti distrai....per ristabilire, ecco un altro
esempio pratico, la “legalità” della lezione, come fate voi professori quando,
anche a voce alta, dite: “Ragazzi, zitti!”.
Sorriso degli alunni in
sottofondo Quando
ho detto “giratevi tutti verso di me”,
è stato un comando da me dato nel Globo della scuola, nel quale soltanto oggi
pomeriggio sono stato l’Autorità più importante, ma solo per farvi capire il
rispetto delle regole. Una mezzora fa ho accennato alla separatezza di alcuni
Globi, ad esempio scuola e famiglia. Non posso lasciare il discorso a metà e
spero che le mamme non se la prendano. Alunni Nooo!
Presidente Senti, Luca,
facciamo il caso che mentre vi sto spiegando la Legalità compare mamma tua e
comincia a dire: “Io sono la mamma di
Luca, che state facendo?”. “Stiamo parlando di legalità, Signora, in base al
progetto scolastico”, rispondo io. E
mamma tua: “Ma che legalità e legalità?
Io aspetto mio figlio che si deve ritirare, gli fate fare prima la mattina poi
il pomeriggio, insomma...quello poi si stanca…”. Raccontiamo una situazione
inversa? Mentre tu, Luca, stai mangiando a casa tua, seduto a tavola insieme a
mamma, arriva uno dei professori, uno di questi che stanno qui ad ascoltare, e
dice: “Buongiorno, Signora, vedo che
state pranzando, buon appetito…, ma, scusi, è così che mangia il ragazzino? Guardate
come si è sbrodolato tutto il mento di sugo, vostro figlio è uno sporcaccione;
eppoi, come taglia la carne della bistecca? La forchetta va tenuta con la
sinistra e il coltello con la mano destra, non come fa lui, che tiene pure i gomiti sul tavolo. Non ha proprio il
bon ton!”. Esistono per davvero
scuole dove si va ad imparare come si sta composti a tavola ed in altre
situazioni, pare che sia ritornato di moda Monsignor Della Casa, che scrisse il
Galateo, che è pure una regola ma solo di società, del comportamento esteriore.
Allora, la mamma squadra bene l’inatteso ed importuno ospite, riconosce che è
uno dei professori del figlio, alla fine non ne può più e sbotta: “Guardate, professò, ‘o figlio mio è
mancino e perciò forchetta e cortiello le ttene accossì. Professò, pe’ piacere,
vui comandate ‘a scola, no a casa mia..!.”
Sorriso degli alunni in
sottofondo
Quindi,
Luca, se arriva mamma tua qua, tutti noi le possiamo dire: “Signò, voi state fuori del vostro campo. Voi comandate a casa vostra e
là dovete educare Luca al rispetto dei valori familiari, ma quando vedete me
che sto educando vostro figlio alla legalità, cioè ad essere un bravo cittadino
allorché lascerà la famiglia, vi dovete sedere ed ascoltare, oppure accomodarvi
fuori. Perché possiamo parlare così? Perché stiamo in un Globo che non è
intercomunicante con quello della famiglia, anche se Scuola e Famiglia devono
collaborare nell’educazione. Le interferenze a volte avvengono, in verità più
da parte delle famiglie. Nel salutarvi, vi raccomando: pensatemi un po’ quando
mamma e papà vi svegliano domattina, appena è avvenuto il vostro pieno
risveglio….ho scritto un libro dal titolo: “Verità
al risveglio”.
Professoressa Verità?
Presidente Sì, Verità al risveglio. Professoressa, la
verità è nel primo flash che ci colpisce al risveglio, tutto il resto viene
coperto dalle bugie del giorno. Uno studente di liceo, potrà dire, parlando con
i compagni o con i genitori: “Io il latino lo conosco bene, sono bravo, è
la mia professoressa che non capisce niente…di latino”. Un Giudice potrebbe
dire con i suoi colleghi: “La mia
sentenza era scritta benissimo, ha sbagliato la Cassazione ad annullarmela”,
ma quando al ragazzo del liceo o al giudice torneranno in mente nel dormiveglia
mattutino il latino o la sentenza, il primo riconoscerà, sia pure per un
attimo, che in latino non è bravo, ed il secondo che la sua sentenza era in
verità errata. Voglio dire che da quando subentra il controllo dello stato di
coscienza si comincia a mistificare la verità. Il giorno è fatto per guardare e
parlare della realtà in modo diverso ai conoscenti, agli amici, ai parenti.
Nessuno di voi si è accorto di ciò, no? I ragazzini, appena si svegliano la
mattina, una volta che sentono la mamma che li scuote, a che pensano? Che vi viene
in mente quando mamma dice: “Scetete!”
senza aggiungere altro. Alunni Che ci dobbiamo svegliare.
Presidente
E perché vi dovete
svegliare? Alunni Per andare a Scuola.
Presidente E
provate una sensazione di contentezza, di allegria nel pensare che vi dovete
svegliare per andare a scuola? Alunni Nooo…
Presidente Allora
vuol dire che in quel momento “la Verità“
è come vedete il vostro rapporto con la scuola, è l’impatto con i doveri e
perciò non vi sentite allegri, anche se poi durante il giorno, se qualcuno vi
domanda, rispondete che vi piace andare a scuola.
La
nostra lunga passeggiata finisce qui, ragazzi. Sono contento che il “Metodo
delle Bolle” ha funzionato, ma meritate anche voi un bel complimento
per come avete collaborato, contribuendo a rendere questo incontro proficuo e
divertente….anche per me.
Son
sicuro che non vi dimenticherò…..e adesso spazio alle filastrocche….!!
GENNARO IANNARONE
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